Dal mio racconto "Il giuramento", incluso nell'antologia di autori vari "Stirpe Infernale" (Nocturna/GDS, 2012). QUI il post di presentazione con tutti i dati.
La Principessa
Perla non aveva mai immaginato che la notte potesse racchiudere tanti colori.
Ogni lanterna emanava un bagliore diverso e le mosse furtive dei viandanti
scoprivano guizzi di mantello e pennellate di brache.
Il Re e la
Regina non le avrebbero mai permesso di uscire a quell’ora per recarsi alla
baracca della Maga Ossidiana, ma...
– Nutrice cara
– aveva supplicato, – lei è l’unica che potrebbe ritrovare il mio amore.
Sino a pochi giorni prima, la giovane Perla aveva un cammino di gioia
tracciato di fronte a sé. Bellezza. Grazia. Dolcezza. Riccioli d’oro, pelle
d’alabastro e occhi di zaffiro. Una voce da usignolo e dita con cui ricamare i
disegni più preziosi.
Finché la sventura non l’aveva colta.
E ora, lì, davanti a quella porticina, il cuore le batteva forte, al
pensiero che, forse, neppure la Maga Ossidiana avrebbe potuto riportare in vita
il Principe Corallo.
Bussò.
Una vecchia dal volto di tartaruga si affacciò da uno spiraglio e la
scrutò con occhi indagatori. Fessure da rettile, in cui era impossibile distinguere
la pupilla dal nero dell’iride.
– Benvenuta Principessa! – La Maga la invitò a entrare. – Desidera?
– Ecco io... – Perla esitò, – io vorrei fare qualcosa per il mio
fidanzato che è morto.
– Una preghiera particolare che lo accompagni nel Regno dei Morti? –
chiese Ossidiana con la sicurezza di chi è abituato a porre ogni giorno le
stesse domande.
– No, no.
– Confezionare un amuleto per ricordo? – insisté.
– Oh, no – rispose la Principessa, estraendo un ritratto dal seno. – Ce
l’ho già.
Gli occhietti della Maga si fissarono sull’immagine e la sua espressione
mutò. Perla non avrebbe saputo specificare come. Non era arrabbiata, neppure
felice. Non distaccata, ma nemmeno emozionata.
– E allora? – Ma fu certa che, quando tornò a guardarla, le parve molto
cattiva.
– Io voglio riportarlo in vita.
Ossidiana fremette. Nelle labbra e nelle vene. Sulla pelle e nelle
pupille invisibili.
– Impossibile.
– Come?
– Non si può fare.
– E perché no? So che è già capitato.
– Eh, tanto tempo fa. – La Maga fece un gesto con una mano, come per
scacciare una mosca. – Neanche ricordo quanto.
– Se è un problema di soldi lei sa...
La risata della Maga invase la stanzetta. – Lo so. Lo so che non è un
problema di soldi.
Perla arrossì e balbettò: – E... e allora?
– È un problema e basta – concluse Ossidiana, sedendosi a un tavolino. –
È un procedimento troppo lungo e difficile, nonché pericoloso.
– Farei qualsiasi cosa – sbottò la Principessa dopo aver tratto un
profondo sospiro.
– Sicura? – Questa volta Ossidiana rise in modo più mellifluo. – Davvero?
– Certo – rispose asciutta la ragazza.
– Guarda – riprese la vecchia con tono familiare, – che quando si
comincia non si sa mai dove si va a finire.
– Sono pronta a rischiare.
– Giuralo sulla tua verginità!
La giovane arrossì di nuovo. – Lo giuro.
– Senza sapere cosa voglio in cambio?
– Ascolto.
– No, no. – Ossidiana scosse la testa. – Ti rivelerò solo alla fine cosa
voglio da te.
– Rischierò – acconsentì la fanciulla, con una scrollata di spalle. –
Tanto, non ho nulla da perdere.
Allora, la vecchia alzò un panno dal tavolino e conficcò gli occhi neri
come il suo nome in una sfera di cristallo di rocca.
– Occorreranno due monete d’oro e due focacce impastate con vino e miele,
per arrivare alla vallata – esordì. – Due colombe bianche indicheranno la
strada. – Poi la guardò con un’aria che a Perla parve meno severa. – Devi
sapere che gli spiriti del bosco fanno ardere ai piedi di una quercia ombrosa
un fuoco perenne, che non brucia il legno, ma ne indora i rami. Tu dovrai
sceglierne uno. Prima di reciderlo, però, dovrai lavarti le mani sotto l’acqua
corrente. – La Maga chiuse gli occhi e parve meditare sull’Universo. – Il ramo
illuminerà i tuoi passi nell’oscurità del Regno dei Morti.
– Oh, Dio!
Ossidiana affondò lo sguardo in lei. – Sei ancora decisa?
Il respiro della Principessa si era fatto affannoso. Avrebbe voluto
parlare, chiedere, magari ritrattare, ma riuscì solo a fare un cenno
affermativo col capo.
– Si farà più scuro – proseguì la Maga, tornando sulla sfera. –
Incontrerai un cane enorme come un drago. Non vorrà farti passare, così tu gli
darai una focaccia. – Un sospiro. – Vedo buio. Tanto buio. – Silenzio. – Sarà
grazie al ramo che riuscirai a scorgere tre vecchie tessitrici. Una di loro ti
chiederà di aiutarla a tagliare un filo e tu dovrai rifiutarti. Segui sempre la
luce del ramo e le colombe. Eccoci! – Indicò qualcosa nella sfera, che Perla
non riuscì a vedere. – Ti ritroverai in una palude in cui scorre un fiume lento
e tortuoso. Dovrai attraversarlo per forza. Il nocchiero rifiuterà il
passaggio, ma tieni sempre in alto il ramo degli spiriti del bosco, quando lui
lo vedrà, ti farà salire sulla sua barca. – Poi si aggiustò la veste sulle
spalle, come se un improvviso freddo l’avesse avvolta nelle sue spire. –
Attraversato il fiume, dai al nocchiero una monetina. Ti ritroverai nel
deserto, dove lo Psicopompo smista le anime buone, che si disperdono col vento,
e le cattive, che cadono nelle voragini che si aprono per farli bruciare in
eterno negli Inferi. È in quel deserto, che lo troverai.
– Il Principe? – Perla sobbalzò. – Ma non è possibile! Lui è stato tanto
buono. Si disperderà col vento insieme alle anime di coloro che non hanno fatto
niente di male in vita loro.
– Non finché penserai a lui così tanto. – Alla radice del naso di
Ossidiana si formarono grinze che divennero presto un ghigno. – Il rivolgere la
tua mente a lui in questo modo ossessivo lo sta tormentando e non riesce a
staccarsi dal deserto. – Perla fu invasa da un angoscioso senso di colpa e
l’ammonimento della Maga la fece rabbrividire. – Ma ti avverto: sarà comunque
difficile.
– Vedremo. – Perla alzò il mento. Sicuramente quella vecchia non aveva
idea di quanto avrebbe potuto essere forte e salvifico il suo amore. – Perché
accetto.
–
Bene. Se è così verrò con te.
–
Con me?
–
Sì, è un esperimento molto pericoloso, e avrai bisogno
di aiuto.
Eppure, Perla fu certa che l’ultima occhiata che Ossidiana le rivolse
prima di dedicarsi alla preparazione dei bagagli, fosse diretta esattamente
verso il ritratto nel suo seno...
Continua a leggere il racconto sull'antologia "Stirpe Infernale" (Nocturna/GDS, 2012).
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